Castello di Canossa

Il castello venne fondato probabilmente alla metà del X secolo da Adalberto Atto. Tutt’ora non sappiamo quali strutture esattamente costituissero il complesso da lui realizzato ma è probabile che esso si imperniasse su di una modesta residenza fortificata e su quello che diverrà poi il prospero monastero benedettino di Sant’Apollonio.

 

la rupe e il castello di Canossa

Di quel primo antico complesso rimane ben poco: gli imponenti ruderi che oggi si vedono sulla rupe sono per lo più riferibili al tardo medioevo ed ai secoli successivi. Ciò si deve ad una combinazione di fattori, quali il naturale degrado delle strutture dovuto al tempo e all’abbandono, il collasso di parte dei versanti del massiccio roccioso sul quale il castello sorgeva, ma anche ai danni riportati durante almeno due assedi e alle trasformazioni edilizie avvenute attraverso i secoli. La lettura dei ruderi, delle planimetrie ottocentesche e il confronto con altri castelli coevi consentono però di formulare un’ipotesi restitutiva plausibile, riferita ai tempi della Contessa. La conformazione sottile ed allungata della cresta della rupe ha infatti condizionato notevolmente lo schema costruttivo dell’impianto: esso doveva imperniarsi, presumibilmente, su di un nucleo residenziale difeso collocato in sommità e separato dal centro monastico, posto più in basso, tramite un diaframma difensivo. Si otteneva così una compartimentazione per recinti paralleli, con specifiche funzioni e accessi indipendenti, che garantivano attività diverse senza interferenze. Questa è una caratteristica peculiare, che renderebbe questo castello l’unico di tutto lo scacchiere nel quale coesistessero, già in origine, funzioni difensive, signorili e cultuali. La presenza della chiesa e del monastero hanno certo favorito lo storico incontro del 1077.
 

Le fortificazioni canossane 

 

Alla metà del X secolo, Atto Adalberto diede avvio a un’abile politica di acquisizioni, permute e conquiste che porterà la pronipote Matilde a governare su di un territorio esteso dal Veronese all’alto Lazio, dal Tirreno all’Adriatico. Atto si impossessa inizialmente della zona appenninica tra i fiumi Enza e Secchia, al cui centro si trovavano i domini di suo padre Sigefredo e, secondo la tradizione, comincia quasi subito ad incastellarli. In base a quanto supponiamo pare che particolare rilevanza strategica abbia assunto, all’interno di questo sistema, il complesso Rossena – Canossa, che vede i due manufatti fortificati funzionare, dal punto di vista difensivo, in stretta simbiosi: Canossa si connota come centro politico e sede del potere, forse nemmeno particolarmente vocata a fungere da perno difensivo dei possessi canossani, mentre Rossena controllava il diverticolo viario proveniente dalla Valle dell’Enza ed è abbastanza vicino da vedersi demandati i principali compiti militari a livello territoriale.